lunedì 28 luglio 2014

"IRIS SILVER MIST" by Serge Lutens 1994


Senza alcun dubbio non è una fragranza di facile approccio, soprattutto per coloro i quali non amano quelle atmosfere così lugubri e gotiche descritte in modo sublime da poeti come Edgard Allan Poe, ma anche da Emily Bronte con il suo primo e  unico romanzo Cime Tempestose (scritto tra il 1845-1846 e pubblicato nel 1847) che all’inizio fu accolto con molta freddezza dai critici sia per la nuova struttura   a “matriosca” sia  per  l’effetto finale della distruzione e morte causato dalla gelosia e dallo spirito di vendetta non solo di due vite quella di Catherine e Heathcliff ma  la passione dell'uno per l'altra è così violenta, assoluta e indomabile da far giungere all'annientamento della felicità sia degli Earnshaw che dei Linton. Alla psicologia dei personaggi fa da sfondo la brughiera del North Yorkshire, selvaggia e indomita, così magnificamente e minuziosamente descritta dalla poetessa  al punto da poter sentire (leggendo) nell’aria l’odore della bruma e di terra umida che connotano le pianure dell’Inghilterra del Nord e dove alla fine si ricongiungeranno le anime dei due personaggi liberi di potersi amare di nuovo e correre nella brughiera tempestosa.
Iris Silver Mist  per me è tutto questo, è una fragranza che porta dentro di sè questo “pathos”  che caratterizza il “soprannaturale” per  l’evoluzione che la pervade: all’inizio la sensazione è quella della terra umida e smossa che ricopre le bare degli amanti infelici, ma è solo per pochissimi istanti, perché poi il rizoma dell'iris assume delle sfumature completamente diverse, evolvendosi in modo tale da perdere quella patina terrosa attraverso nuovi accenti olfattivi e speziati  come i chiodi di garofano, il  legno di cedro, sandalo, benzoino  e incenso bianco.  
E' una delle rarissime volte in cui Monsieur Lutens  non si avvale della collaborazione di Christopher Sheldrake ma del grande  Maurice Roucel . 


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