Senza alcun dubbio non è una fragranza di facile approccio, soprattutto per coloro i quali non amano quelle atmosfere così
lugubri e gotiche descritte in modo sublime da poeti come Edgard Allan Poe, ma
anche da Emily Bronte con il suo primo e unico romanzo Cime Tempestose (scritto tra il
1845-1846 e pubblicato nel 1847) che all’inizio fu accolto con molta freddezza
dai critici sia per la nuova struttura a “matriosca” sia per l’effetto finale della distruzione e morte causato
dalla gelosia e dallo spirito di vendetta non solo di due vite quella di
Catherine e Heathcliff ma la passione
dell'uno per l'altra è così violenta, assoluta e indomabile da far giungere
all'annientamento della felicità sia degli Earnshaw che dei Linton. Alla
psicologia dei personaggi fa da sfondo la brughiera del North Yorkshire,
selvaggia e indomita, così magnificamente e minuziosamente descritta dalla
poetessa al punto da poter sentire
(leggendo) nell’aria l’odore della bruma e di terra umida che connotano le
pianure dell’Inghilterra del Nord e dove alla fine si ricongiungeranno le anime
dei due personaggi liberi di potersi amare di nuovo e correre nella brughiera
tempestosa.
Iris Silver Mist per me è tutto questo, è una fragranza che
porta dentro di sè questo “pathos” che
caratterizza il “soprannaturale” per l’evoluzione che la pervade: all’inizio la
sensazione è quella della terra umida e smossa che ricopre le bare degli amanti
infelici, ma è solo per pochissimi istanti, perché poi il rizoma dell'iris assume delle sfumature completamente diverse, evolvendosi in modo tale da perdere quella patina terrosa attraverso nuovi accenti olfattivi e speziati come i chiodi di garofano, il legno di cedro, sandalo, benzoino e incenso bianco.
E' una delle rarissime volte in cui Monsieur Lutens non si avvale della collaborazione di Christopher Sheldrake ma del grande Maurice Roucel .
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