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Con Imitation Woman e Imitation Man , i cui nomi
sono ispirati alla pop-art di Andy Warhol, Chong, il Direttore Creativo di
Amouage, evoca dal punto di vista
olfattivo l’inizio di un’era sfrontata, trasgressiva e ricca di eccessi, anche attraverso i colori al neon dei flaconi
di una città dinamica che non dorme mai.
Chi è che non
ha mai sentito parlare dello Studio 54 di New York? Il più ambito, trasgressivo
locale glamour che ha segnato un’epoca,
quella della fine degli anni 70 e gli inizi dei primi anni 80, frequentato
da stelle del cinema e del pop come Andy Warhol, Liza Minnelli, Liz Taylor, Richard Gere , Diana Ross, Michael
Jackson, Truman Capote, Salvator Dali, Jackie Kennedy Onassis e John Travolta,
ove si esibivano dal vivo artisti della portata di Donna Summer,Stevie Wonder,
i Village People e Gloria Gaynor solo per citarne alcuni.
Lo Studio 54,
segnò un vero e proprio punto di svolta poichè era considerato il tempio
mondiale della disco music e in quel periodo a New York non si parlava d’altro,
nel bene e nel male, ovviamente, poiché c’erano coloro che odiavano la disco music.
La
cosa davvero interessante, però, era anche che il rock, così amato dal pubblico
intellettuale, nella realtà era molto macho e quindi molto poco progressista,
mentre l’odiata disco vedeva per la prima volta l’affermazione del pubblico
gay: drag queen, look estremi, sensualità. Per paradosso lo Studio 54 era una
sorta di zona libera, zona franca,dove
poter essere se stessi senza nascondersi. (Giorgio Moroder)
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Imitation Woman è una scintillante e aldeica esplosione di ribes nero
aspro e succoso che insieme ad una base di liquirizia costituiscono
quasi un omaggio al modo in cui la inimitabile e grintosa pantera nera Grace
Jones afferrava il microfono per cantare: complice un’atmosfera, oscura e inquietante
quasi infernale attraverso una
nebbia verde veleno ad evocare gli
iconici anni ‘70 e ‘80 ove splendide modelle dalle movenze sensuali, vestite
solo dalla loro pelle nuda cosparsa di sudore con pettinature cotonatissime e labbra
glossate al loro passaggio liberavano nuvole di lacca ed il profumo di una
fragranza aldeidata molto in voga a quei tempi: Charlie. Dopo diverse ore il
ribes e le aldeidi vengono divinamente accarezzate da note floreali di rosa,
ylang-Ylang, gelsomino e fiori d’arancio, mentre tra le note di fondo, legno di
sandalo e incenso svetta il patchouli protagonista incondizionato della
fragranza insieme al Ribes nero frazionato in più nuances, come un origami
creato dal più sapiente artigiano giapponese e alle aldeidi: sul finale dell’evoluzione,
la fragranza cambia completamente con un delicatissimo bouquet di note floreali
che insieme al sandalo, rimangono per ore sulla pelle. Persistenza e proiezione
di Imitation Woman sono alle stelle!
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Imitation Man è divino come il primo, perché non solo è splendido, ma
particolare: è un chypre cuoiato e
vinilico che riporta alla mia memoria la passione per l’odore dei dischi a 33
giri, ma anche degli stessi strumenti, casse comprese attraverso cui si concretizzava il suono della musica in
tutta la sua bellezza. La fragranza si apre in maniera vibrante attraverso il
cedro frizzante e note speziate come la noce moscata e pepe nero, con
tocchi vinilici e vellutati, di polvere di giaggiolo, rosa turca e violetta insieme ad una nota di iris con un
sentore legato a quello della terra.
Imitation Man è una fragranza
ove i contrasti si accendono e intrecciano tra loro, in un un fluttuare di note
polverose, a tratti morbide e rotonde grazie alla mirra, ma anche animali ove
il cuoio si incastra delicatamente con la rosa.
Questa è la fragranza che forse avrebbe indossato il grande e compianto
David Bowie, il Duca Bianco, con le sue movenze, il suo fisico androgino, i
tratti del viso affascinanti e una voce
che rimarrà per sempre unica e inimitabile.