lunedì 23 luglio 2018

I nuovi Amouage: "Imitation Woman", "Imitation Man"

Tutti i diritti sono riservati

Con  Imitation Woman e Imitation Man , i cui nomi sono ispirati alla pop-art di Andy Warhol, Chong, il Direttore Creativo di Amouage,  evoca dal punto di vista olfattivo l’inizio di un’era sfrontata, trasgressiva e ricca di eccessi,  anche attraverso i colori al neon dei flaconi di una città dinamica che non dorme mai.


Chi è che non ha mai sentito parlare dello Studio 54 di New York? Il più ambito, trasgressivo locale  glamour che ha segnato un’epoca, quella della fine degli anni 70 e gli inizi  dei primi anni 80,  frequentato  da stelle del cinema e del pop come Andy Warhol, Liza Minnelli, Liz Taylor, Richard Gere , Diana Ross, Michael Jackson, Truman Capote, Salvator Dali, Jackie Kennedy Onassis e John Travolta, ove si esibivano dal vivo artisti della portata di Donna Summer,Stevie Wonder, i Village People e Gloria Gaynor  solo per citarne alcuni. 

Lo Studio 54, segnò un vero e proprio punto di svolta poichè era considerato il tempio mondiale della disco music e in quel periodo a New York non si parlava d’altro, nel bene e nel male, ovviamente, poiché c’erano coloro  che odiavano la disco music. 
La cosa davvero interessante, però, era anche che il rock, così amato dal pubblico intellettuale, nella realtà era molto macho e quindi molto poco progressista, mentre l’odiata disco vedeva per la prima volta l’affermazione del pubblico gay: drag queen, look estremi, sensualità. Per paradosso lo Studio 54 era una sorta di zona libera,  zona franca,dove poter essere se stessi senza nascondersi. (Giorgio Moroder)

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Imitation Woman è una scintillante e aldeica esplosione di ribes nero aspro e succoso   che insieme ad una base di liquirizia costituiscono quasi un omaggio al modo in cui la inimitabile e grintosa pantera nera Grace Jones afferrava il microfono per cantare:  complice un’atmosfera, oscura e inquietante quasi infernale attraverso  una nebbia  verde veleno ad evocare gli iconici anni ‘70 e ‘80 ove splendide modelle dalle movenze sensuali, vestite solo dalla loro pelle nuda cosparsa di sudore  con pettinature cotonatissime e labbra glossate al loro passaggio liberavano nuvole di lacca ed il profumo di una fragranza aldeidata molto in voga a quei tempi: Charlie. Dopo diverse ore il ribes e le aldeidi vengono divinamente accarezzate da note floreali di rosa, ylang-Ylang, gelsomino e fiori d’arancio, mentre tra le note di fondo, legno di sandalo e incenso svetta il patchouli protagonista incondizionato della fragranza insieme al Ribes nero frazionato in più nuances, come un origami creato dal più sapiente artigiano giapponese e alle aldeidi: sul finale dell’evoluzione, la fragranza cambia completamente con un delicatissimo bouquet di note floreali che insieme al sandalo, rimangono per ore sulla pelle. Persistenza e proiezione di Imitation Woman sono alle stelle!

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Imitation Man è divino come il primo, perché non solo è splendido, ma particolare: è un chypre cuoiato  e vinilico che riporta alla mia memoria la passione per l’odore dei dischi a 33 giri, ma anche degli stessi strumenti, casse comprese attraverso  cui si concretizzava il suono della musica in tutta la sua bellezza. La fragranza si apre in maniera vibrante attraverso il cedro frizzante e note speziate come la noce moscata e pepe nero,   con tocchi vinilici e vellutati, di polvere di giaggiolo, rosa turca  e violetta insieme ad una nota di iris con un sentore legato a quello della terra.
 Imitation Man è una fragranza ove i contrasti si accendono e intrecciano tra loro, in un un fluttuare di note polverose, a tratti morbide e rotonde grazie alla mirra, ma anche animali ove il cuoio si incastra delicatamente con la rosa. 

Questa è la fragranza che forse avrebbe indossato il grande e compianto David Bowie, il Duca Bianco, con le sue movenze, il suo fisico androgino, i tratti del viso affascinanti  e una voce che rimarrà per sempre unica e inimitabile.