giovedì 10 dicembre 2015

"INCARNATA" di Anatole Lebreton


Grazie alla gentilezza di un caro amico, ho avuto la fortuna di sentire l’ultima novità profumata  firmata da quel che considero un vero e proprio artigiano e genio dell’arte olfattiva, ovvero di Anatole Lebreton .

Non mi rimane che pormi di fronte ai limiti che ho: ovvero quando una fragranza mi colpisce nel più profondo della mia anima, poiché nulla e niente è capace più di un profumo di risvegliare determinati ricordi e sentimenti, ecco che quasi rimango colpita dalla Sindrome di Sthendal, ovvero non riesco a gestire la grande emozione che mi cattura di fronte a ciò che io considero un vero e proprio capolavoro, mancandomi addirittura le parole per poter descrivere cotanta bellezza!
Appassionata sin da bambina dall’odore proveniente dai rossetti della nonna che molto spesso lasciava e dimenticava per anni nei  piccoli cassettini della sua immensa toillette stile chippendale (un vero e proprio mondo incantato tutto da scoprire), fino al punto di assumere una profumazione con una punta di rancido che sapeva di ricordi antichi e lontani, che li rendeva unici, poiché in questi ultimi anni tutto è cambiato, e niente più possiede l’aulenza   di una volta, eccezion fatta per la profumazione dei  lipsticks di Dolce&Gabbana nell'ultima collezione "shine".

Molti nasi si sono cimentati nel ricreare questo odore molto particolare, basti ricordare:  Misia di Les Esclusifs di Chanel, Love in Black di Creed, Putain des palaces di Etat Libre d’Orange, Lipstick Rose creato dal grande Ralf Schwieger per Malle, Vecchi Rossetti di Hilde Soliani, senza mai riprodurre esattamente l’odore delle paste di rossetto di un tempo, vuoi per una violetta troppo presente e preponderante sugli altri accordi olfattivi, o addirittura un iris  con una connotazione troppo poudre,  come pure in Moulin Rouge  di HDP ritengo ci sia troppo patchouli, a mio avviso credo per ricreare l’odore delle tavole di un palcoscenico.
 In questo caso particolare “Incarnata” riesce a raggiungere un equilibrio olfattivo  talmente perfetto e  unico da  creare una vera e propria sinfonia  dove nessuna nota presente riesce ad avere  la meglio sulle altre  sino a forgiare la fragranza perfetta, con persistenza, volume,  proiezione e tanta, tanta femminilità: non certo quella cui siamo abituati oggi .

 Questo particolare profumo di rossetto antico  mi riporta alla mente un episodio contenuto nell’opera di Charles Dickens dal nome “Grandi Speranze”, le cui trasposizioni cinematografiche  o televisive non si contano più. L’episodio in questione che forse alcuni conosceranno e altri no riguarda Miss Havisham interpretata da Helena Bonham Carter  (ma anche dalla grande Geraldine Page) con un particolare e splendido vestito disegnato per lei da Alexander  mc queen.
Un ruolo gotico e immenso, ricco di pathos, dove una  giovane nobildonna viene abbandonata nel giorno del suo matrimonio, e così rimane con tutte le porte chiuse, nel suo castello al buio, con il suo magnifico vestito di nozze fatto di strati e strati di tulle,  con il buffet comprendente la grande torta di matrimonio che lascerà marcire sul tavolo da pranzo, con la porta sempre aperta aspettando il ritorno del suo promesso. Tutto è rimasto immutato come il giorno delle nozze, come la sua acconciatura che mostrerà l'incedere del tempo e tutti i suoi belletti  contenuti in scatoline ben diverse sulla sua toillette antica, naturalmente rossetti molto leggeri, poiché le dame ottocentesche non potevano usarlo,ma le loro labbra erano comunque molto curate ed il loro incarnato diafano era il simbolo di una purezza interiore e dell'appartenenza ad un certo status sociale!

La fragranza si apre con note succulente di lampone, violetta e rododendro,  nel suo  cuore si  fa strada l'iris, la rosa e la mirra piuttosto inusuale in questa tipologia di fragranze, per poi poggiare su una base di camoscio, ambra vaniglia e benzoino. Note olfattive sicuramente di elevatissima qualità!

Una sinfonia olfattiva  a mio parere perfetta e di rara intensità a prova di sbavatura…..di rossetto!  


Helena Bonham Carter in Grandi Speranze di Charles Dickens

giovedì 29 ottobre 2015

"ROSE CUT" by Ann Gérard (Bertrand Duchaufour)


Immagine tratta da Fragrantica

La "Rose Cut" di Ann Gérard, la cui creazione si deve al grande Bertrand Duchaufour, si pone al di fuori di ogni schema convenzionale che vuole una rosa banale al centro della composizione olfattiva. Il riferimento  al taglio del diamante ovvero al  taglio rosa,  uno dei più antichi stili di taglio (1500)  è "illuminante" per comprendere che siamo di fronte ad un vero e proprio gioiello della profumeria artistica studiato per esaltarne ogni sfaccettatura, proprio come un "diamante splendente"!!!!!!
 Il mio approccio con questa meraviglia durante la caldissima stagione estiva   era stato completamente diverso,  quindi ciò che ne deduco è che il clima incida moltissimo  sulla pelle e di conseguenza sulle fragranze che indossiamo, posto che la resa di un profumo è completamente diversa  sulla base di molti coefficienti relativi alla tipologia epidermica dando luogo ad una lettura del profumo di volta in volta  differente.
 Nell'estate appena trascorsa, l'ho sentito gelido: una rosa dai petali di ghiaccio acuminati!!!!!
Adesso la sento  a tratti polverosa, ariosa. delicata ma ben presente, ovvero esalta tutta la femminilità che può albergare nel cuore di una  donna, mai sfacciata e  ostentata, ma quasi ottocentesca pur nella sua modernità.

 "Rose Cut" con la sua partenza leggermente aldeidata e frizzante,  è luminosissima con un tocco di rum e pepe rosa nelle note di testa: in seguito, "il brillante splendente" si trasforma in una rosa di velluto in seta grazie al benzoino,  alla vaniglia e alla rotondità della magnifica peonia che interagisce insieme a tutte le altre magiche note olfattive come il patchouli ed il muschio di quercia che qui assumono un profilo olfattivo, magico, unico e particolare, dando vita ad un connubio di sensualità molto potente!
 E' una delle rose più belle che abbia mai sentito, ma soprattutto è molto particolare, perchè nella sua evoluzione assume aspetti contrastanti:  un vero gioiello intimo poichè non ha una grande proiezione nell'envol-lift iniziale con la sua capacità di riempire il volume di una stanza, non ardita e impenitente ma garbata e raffinata, è come il cuore gelido di una donna che ha scordato cosa sia anche una tenerezza, ma poi quasi per miracolo il ghiaccio  si scioglie per scoprire un cuore palpitante  che ancora vibra ai rintocchi dell'amore !!!!! 


Le fragranze di Ann Gérard

domenica 18 ottobre 2015

FLEURS et FLAMMES by Antonio Alessandria


Il mio naso ancora non funziona troppo bene, ma oggi non ho saputo resistere alla grande curiosità di sentire una di quelle che reputo tra le creazioni olfattive più innovative del Pitti 2015: si tratta di uno dei nasi più moderni, ma che possiede metodi di studio antichi radicati nel passato, ovvero un' originaria tradizione di studi olfattivi rivisitata però alla luce delle nuove tecnologie che permettono persino di far rivivere i ricordi di un bambino.
Il naso in questione è l'amabilissimo Parfumeur "Antonio Alessandria" che con la sua ultima creazione "Fleurs et Flammes" ci rende partecipi di un un giorno di festa della sua infanzia nel quartiere che gli ha dato i Natali, ovvero dell' esplosiva e coloratissima Catania.
Ed ecco come prende vita questo capolavoro olfattivo:

lo sguardo innocente di un bambino, che partecipa a tutti gli allestimenti di un dì di festa, che insieme al padre, al mattino, si reca al mercato dei fiori per scegliere quelli i cui gambi verranno recisi ed i cui boccioli saranno rigorosamente tenuti al fresco in una stanza che a causa del clima caldissimo, comunque libereranno il loro magico sentore.

Ormai è arrivata la sera, è tempo di festeggiare, le finestre si aprono e la festa comincia: tutti i boccioli recisi saluteranno il corteo festoso di genti che passa sotto casa, il cui effluvio si fonde con l'aria salmastra che viene dal mare e l'odore di polvere pirica che viene dai fuochi d'artificio che formano fiori colorati e fiammeggianti che danzano in cielo nella notte calda di Catania! Che spettacolo agli occhi di un bambino!!!!!! Sono gli stessi fiori, da lui scelti con il papà che la notte di festa prendono vita nel cielo stellato e terso della Sicilia.

Il poema olfattivo nonostante si apra con note agrumate come il bergamotto ed il limone, e verdi come il galbano che danno l'idea del fiore appena reciso che si amalgama con tutta la dolcezza dei frutti estivi provocando un'esplosione unica che insieme alle note minerali danno subito l'impressione di trovarsi nel bel mezzo dei fuochi pirotecnici anche se questa sensazione è molto evanescente, di breve durata, per poi operare un raccordo sensuale con il cremoso garofano, il mughetto, la rosa ed i fiori bianchi tipici della Sicilia estiva. Particolarissima è la base su cui poggiano tutte queste note esperidate, fiorite, fruttate e minerali, è come chiedere il permesso all'autore del profumo di entrare a far parte di un episodio della sua infanzia, di un suo ricordo personale: note gourmand date dal latte di mandorle, che si accompagnano a legni morbidi e a note muschiate completano quella che per me è una vera e propria nuova esperienza in campo olfattivo! Il profumo è assolutamente unisex, ma forse più adatto alla pelle di un uomo! Suggestivo è il colore del pack-aging che rende intatta l'idea dell'esplosione profumata di questi fiori in una notte stellata della Sicilia.


martedì 29 settembre 2015

"SALOME" by Papillon (Artisan Parfumes)



Mai nome di una fragranza poteva risultare più appropriato, poiché Salomè, personaggio che si colloca tra mito e leggenda, affondando le proprie radici in un episodio biblico, è stato forse il più rappresentato nel mondo dell’arte: pittori, scultori, musicisti e scrittori come Oscar Wilde ne hanno dato ognuno, la propria personale interpretazione e visione. Il Vangelo di Marco, racconta come Giovanni il Battista venne fatto arrestare da Erode, accusato di adulterio dallo stesso predicatore che non accolse la richiesta della moglie Erodiade di farlo giustiziare: quest’ultima convinse la figlia Salomè a ballare per il patrigno e a chiedergli come ricompensa, la testa di Giovanni il  Battista su un piatto d’argento! Salomè accettò e danzò in modo suadente per il Re nascondendo il corpo con sette leggerissimi  veli.
 L’autore del più famoso “Ritratto di Dorian Gray” ne propone una versione teatrale più lasciva ed erotica propria del suo inconfondibile stile.

domenica 23 agosto 2015

"OUD SATIN MOOD" by Maison Francis Kurkdjian


E’ mia abitudine sentire i profumi con il cuore, e negli ultimi tempi più nulla aveva attirato la mia attenzione. Con ciò non voglio assolutamente dire che durante tutto il periodo del mio silenzio non  abbia colto la bellezza di altre fragranze, ma pensavo di aver sentito ormai, se non tutto, quasi tutto!
Invece mi sbagliavo perché non si finisce mai di conoscere, apprezzare ed amare profumi nuovi e soprattutto dotati di un linguaggio diverso, con una strana capacità di toccare certe corde.
Alcuni giorni fa  nel ripetere quei gesti mattutini che fanno parte del quotidiano, non so per quale motivo, poiché ad ora antelucana non è mia abitudine provare profumi nuovi, mi sono diretta come un automa verso la mia scrivania, e ho sentito un sample a me del tutto sconosciuto.
La mia domanda è: ci si può innamorare di un profumo che senti per caso la prima volta? 
Io dico di sì. 
E' l'Oud di Kurkdjian che si ispira alle trame di alcuni tessuti, in particolare  
 l'"Oud Satin Mood" di cui mi sono follemente innamorata, per la sua sensualità, impalpabilità, completamente diverso da tutti gli altri Oud. Mi sono ritrovata completamente stordita, quasi catapultata in un’altra dimensione.


 La casualità poi che ha accompagnato questo turbinio di sensazioni ha quasi dell’incredibile! Avevo il sample, e così senza far caso a quello che stavo mettendo, l'ho indossato: non ero più nella mia camera, il cielo si è aperto, e ho sentito la carezza degli angeli che con le loro ali mi toccavano.......inebriante, avvolgente, quasi talcato, ove l'oud viene domato completamente dalla rosa turca, dall'ambra, benzoino, violetta, con una vaniglia  di una purezza e bellezza uniche,  con un sillage  estremo. 
I giorni seguenti tutti i vestiti sono rimasti  intrisi da questa vaniglia celestiale. La fragranza è promossa a pieni voti su tutti i fronti: dal punto di vista dell’envol-lift iniziale, dalla sua capacità di riempire uno spazio, dal sillage e dalla persistenza, nonché dalla sua eleganza e purezza.

Tratto dal film "The Legion"



sabato 16 maggio 2015

BEAUTY FOR REAL: GET GLOWING! CHEEK TINT AND LUMINIZER

La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla, e ogni mente percepisce una diversa bellezza.
(David Hume)



La perfezione dell’incarnato di una donna è quanto più contribuisce in misura determinante al fascino e all’incanto della Sua bellezza: essa  appartiene al nostro patrimonio genetico, poiché  con i prodotti giusti possiamo proteggerla, prevenire in parte l’invecchiamento, tirare fuori tutto il suo potenziale con un buon make-up, non apparendo come maschere carnascialesche ,  ma estrapolando tutta la sua luce ed il suo candore sublimandola.
Essendo una grande appassionata di cinema, ho notato come molte attrici, anche le meno belle avessero una pelle strepitosa anche se non incarnavano lo stereotipo della bellona a tutti i costi, e mai come in questi ultimi anni ho notato, soprattutto in serie televisive glamours e stilose come in  Sex and the City , quanto la luminosità dell’incarnato fosse in primo piano. Partendo dal presupposto che già una bella pelle idratata e curata risplenda di suo, ho constatato come una delle protagoniste del telefilm cult, Carrie Bradshaw impersonata da Sarah Jessica Parker presentava un look ricco di punti glow,  nelle zone assolutamente nevralgiche del viso, come zigomi, fronte, alette del naso e mento. Ho sempre pensato che un prodotto particolare, non disponibile di certo sul mercato italiano potesse operare il miracolo, e così da più di dieci anni sono alla ricerca del  belletto magico per un glowing make-up. Inutile dire che mi è stato proposto di tutto: da basi per il trucco che avrebbero regalato una qual certa luminosità, a polveri iridescenti che  sebbene utili allo scopo regalano un effetto pastoso e pesante: pertanto  nulla  di quanto effettivamente cercassi io. Solo da un paio di anni Dior ha lanciato sul mercato italiano il Glow Maximizer: una crema perlescente leggermente dorata da applicare come base, o da amalgamare con un fondotinta impalpabile o infine per sublimare un make-up ormai ultimato con piccoli tocchi leggeri. Nonostante il prodotto rispondesse alle mie aspettative, ancora non ero arrivata al Santo Graal.

sabato 2 maggio 2015

"TRASTEVERE" (PANTHEON PARFUM ROMA)


Un gentile amico proprietario di una delle profumerie artistiche più belle  di tutta la Campania, dove per l’appunto la creazione olfattiva è arte, ha avuto la magnifica idea di rendermi destinataria di una sorpresa quanto mai gradita, di una nuova fragranza che a breve sarà distribuita presso tutti i concessionari della linea di Pantheon Parfum, il cui nome è "Trastevere".



Immagine di Profumeria Afrodite

  Ho pensato alla solita novità che non ha niente di nuovo da raccontarti: ebbene quando ho aperto il mio pacchetto sono stata investita da un profumo celestiale, paradisiaco di cui era imbibita una mouillette del Pantheon che ho debitamente posato sul cuscino accanto al mio, per poterne godere tutta la notte dei magici effluvi provenienti dal capolavoro olfattivo che si deve al genio creativo di origine italiana  Arturetto Landi  che si contraddistingue per quella Sua impronta di opulenza, sensualità, complessità ma soprattutto originalità, che caratterizza tutto il suo lavoro da perfumista.

E’ scoccato il dardo di Cupido nel sentire ondeggiare nell’aria queste note olfattive così particolari e inusitate, poiché nonostante si possa annoverarlo tra i gourmand, tuttavia “Trastevere” non ha niente a che vedere con altre fragranze appartenenti al medesimo genere: non capisci se ad investirti siano le note di elicriso, di cioccolato fondente o fiori ipnotici , ma sbagliavo: è la calda davana a darti lo schiaffo iniziale per rimanere poi irretita da un profumo ancora più dolciastro che ho scoperto consistere nella crema di castagne che si fonde insieme all’ estratto di gelsomino purissimo e note di vaniglia morbide, cremose e carezzevoli che ne contraddistinguono tutto il dry-down finale.


E’ un profumo  dolcemente erotico e liquoroso che racconta la storia d’amore di due focosi amanti: di Raffaello Sanzio  e Margherita Luti, la figlia di un fornaio di Trastevere, nota per l’appunto come la Fornarina, i cui incontri narra la leggenda avvenivano proprio dietro il forno ove un coacervo di profumi e odori accompagnavano il consumarsi della loro grande passione: una passione proibita all’epoca per la differenza di classe sociale poiché Raffaello era comunque considerato un aristocratico  e Margherita solo la figlia di un fornaio che dopo la morte del suo grande amore sepolto al Pantheon, si ritirò nel convento di Sant’Apollonia a Trastevere e di lì a poco morì, forse di tanto dolore per la perdita del suo amato. 
Un profumo, corposo, denso e avvolgente, un gioiello che è come un’impronta indelebile di storie e luoghi antichi che con le altre fragranze del Pantheon  fanno da filo conduttore degli eventi che narrano la storia d’amore dei due sfortunati amanti fino a farli rivivere attraverso una trasposizione olfattiva: Raffaello, Margherita, Notte d’Amore, il Giardino tutte declinate in Extrait de Parfum con un packaging che ricorda un raffinatissimo gioiello dorato  che non può mancare nella biblioteca olfattiva degli adepti di questa nobile arte.
 Che dire? Sono stata presa ancora una volta per il naso, innamorandomi di una fragranza che non ha precedenti.


immagine@thebeautycove

mercoledì 11 marzo 2015

"TOBACCO ROSE" by Papillon

Sono un’amante della rosa, ma non di una qualsiasi! Ormai sono avvezza a costruzioni olfattive ove la “Regina dei fiori” è resa in modo molto particolare, per intenderci: non la rosellina da giardino inglese o da signorina bon-ton, ma quella sporca e inusitata che si è rotolata nel fango emergendo  in seguito in tutta la sua unicità: ricca, e piena di quelle sfaccettature minerali e terrose che ne arricchiscono le sfumature e contraddistinguono il suo grande fascino, grazie all’utilizzo di materie prime di altissima qualità. 
Parlo della collezione artigianale di Papillon e della sua creatrice Liz Moores  che con “Tobacco Rose” regala agli appassionati della profumeria artistica una interpretazione particolarissima  del fiore che da sempre è stato sinonimo di grazia e femminilità, toccando i massimi vertici della profumeria che è definita di nicchia. 
Nell’envol-lift iniziale si riesce a cogliere solo per un attimo quella che sarà l’evoluzione di “Tobacco Rose”, ovvero quella parte maschile di "Giano Bifronte" che ritroveremo nelle note di cuore e di coda e nel dry-down finale, e  che il mio naso individua in una ventata di tabacco e fieno pungente da cui mi sono sentita avvolgere nell’immediatezza, per poi cogliere una rosa matura all’apice della sua fioritura, ormai alla fine del suo ciclo vitale, che mi ha riportato alla mente, nel mio inconscio, anche se in versione più soft,  la rosa femminea  dolce e decadente di “Rose de Nuit” di Lutens,  imputabile probabilmente alla presenza di  note olfattive come ambra grigia e cera d’api. Il fiore  ormai in dissolvenza, al culmine  della sua maturità, sta per  morire e divenire un tutt’uno con l’incenso terroso ed il fumo che la circonda, perdendo tutta la sua femminilità e dolcezza per mostrare il lato maschile che l’attraversa per tutta la sua breve vita per poi decretarne la fine: ovvero la terra ricca e piena di minerali ove sentori resinosi rimangono come incollati alla pelle  con una persistenza e sillage che a parer mio hanno dell’incredibile, sicuramente  ciò è dovuto all’altissima qualità delle materie olfattive utilizzate e all’elevata concentrazione del parfum che ne fanno quasi un estratto. 


domenica 8 marzo 2015

Les Esclusifs Chanel: "MISIA"


Se c’è una cosa che proprio detesto sono le  recensioni altamente tecniche e teoriche ridondanti "paroloni" che non consentono ad un profano di avvicinarsi a  quelle sensazioni che il creatore di un profumo, in questo caso Olivier Polge, voglia regalarci.  Abbandonarsi alle proprie emozioni, lasciarsi cullare dalle stesse, per viaggiare in tempi lontani, rifugiarsi e vivere altre vite piene e ricche di fascino: questo è il potere trascendentale del profumo.
“Misia” è l’ultima creazione di Les Esclusifs di Chanel e in esso è  profusa quell’’atmosfera scintillante e bohemien della Belle Epoque, all’alba del XX secolo,  di cui Misia Sert, nata a San Pietroburgo nel 1872, fu l’ icona culturale e incontrastata, circondata da artisti, scrittori e musicisti come Stephane Mallarmé, Paul Valéry, Toulouse  Lautrec, Vuillard, Bonnard, Colette, Debussy..……. convinta che  “questi ultimi  avrebbero avuto più bisogno d’amore che di rispetto”. Un elenco sterminato che avrebbe fatto della giovane, peraltro  talentuosa pianista, una delle icone più ritratte, la Ninfa Egeria dell’arte. L’ingresso di Misia  nel mondo dell'arte  avvenne  grazie al suo matrimonio con il fondatore della rivista d'avanguardia, Revue Blanche, Thadèe Natanson. L'incontro tra Misia e Coco avvenne intorno al 1917 durante una serata organizzata da Cècile Sorel, un'attrice abbastanza nota a quei tempi. Nel momento in cui la festa si concluse, Chanel mise il suo cappotto e Misia ne rimase talmente colpita che la stilista non potè fare a meno di togliersi il capo  per farne dono a Misia; ciò segnò l’inizio di una lunga amicizia grazie alla quale Chanel fu introdotta nel mondo parigino degli  artisti e intellettuali  del calibro di  Pablo Picasso, Jean Cocteau e Igor Stravinsky: un legame di anime simili si disse entrambe educate in convento. Misia fu colei che rimase accanto a Gabrielle Chanel nel momento in cui quest'ultima perse il suo amante Arthur Capel in un incidente stradale.  .

“Misia” la nuova fragranza di Polge figlio, per Les Esclusifs di Chanel,  ritrae come in un quadro di Monet  non solo lo spirito bohémien del XX secolo, ma La Musa che ha ispirato  i grandi artisti dell’Impressionismo francese. La creazione olfattiva  nell’envol-lift iniziale si apre  con una  delicatissima pioggia di aldeidi tipica dei profumi  Chanel così frizzanti come bollicine di champagne,  cui fa da sfondo l’orris-root come siamo abituati a sentirlo in Iris Silver Mist di Serge Lutens, ovvero nebbioso e decadente nella terra umida, permeando di se l’intera fragranza e  spegnendo quella stucchevole dolcezza che è preminente nei profumi di questo tipo, perché le note di cuore di violetta, iris, radice di giaggiolo, rosa turca e rosa di Grasse si amalgamano tra loro in modo tale quasi a simulare le pennellate  del famoso dipinto di Claude Monet "Le Ninfee" perdendo quella polverosità propria dell'iris, ovvero quelle note talcate da poco prezzo per riprodurre    il profumo del trucco di alta qualità di cui immaginiamo fossero intrise le borse in tessuto di Misia:  il benzoino di Laos e il sandalo conferiscono  alla nuova creazione olfattiva una cremosità incredibile, permettendo alle note di rosa e violetta di fondersi tra loro insieme ad un lievissimo tocco di cuoio, regalando inoltre una  grande persistenza. 

La cosa che più ha destato meraviglia in me è stato il perfetto equilibrio tra le note che compongono la fragranza sulla scia di altre simili, ma che presentano sempre qualcosa di stonato come una stridente violetta in Lipstick Rose di Ralf Schwieger per EDPFM che esce fuori dal coro, o un patchouli troppo presente come nel Moulin Rouge di HDP. “Misia”è la fragranza della donna moderna, indipendente, ma allo stesso tempo ancora legata al passato per la sua grande femminilità, classe ed eleganza innata e discreta: una donna che non uscirebbe mai senza una pallida ombra di rossetto e di cipria. Il pack-aging del  formato 75 ml è di grandissima linearità ed eleganza in perfetto stile Chanel, il colore del profumo in parte svela la sua natura: un rosa cipria delicato, trasparente che ricorda il più nobile tessuto di chiffon in seta di cui si immagina fossero fatti i vestiti che la "Regina di Parigi" era solita indossare, circondata da tutti quegli artisti alcuni dei quali si narra, caddero letteralmente ai suoi piedi.