Se c’è una cosa che proprio
detesto sono le recensioni altamente
tecniche e teoriche ridondanti "paroloni" che non consentono ad un profano di avvicinarsi a quelle sensazioni che il creatore di un profumo,
in questo caso Olivier Polge, voglia regalarci.
Abbandonarsi alle proprie emozioni, lasciarsi cullare dalle stesse, per
viaggiare in tempi lontani, rifugiarsi e vivere altre vite piene e ricche di
fascino: questo è il potere trascendentale del profumo.
“Misia” è l’ultima creazione di
Les Esclusifs di Chanel e in esso è profusa
quell’’atmosfera scintillante e bohemien della Belle Epoque, all’alba del XX
secolo, di cui Misia Sert, nata
a San Pietroburgo nel 1872, fu l’ icona culturale e incontrastata, circondata
da artisti, scrittori e musicisti come Stephane
Mallarmé, Paul Valéry, Toulouse Lautrec,
Vuillard, Bonnard, Colette, Debussy..……. convinta che “questi ultimi
avrebbero avuto più bisogno d’amore che di rispetto”. Un elenco
sterminato che avrebbe fatto della giovane, peraltro talentuosa pianista, una delle icone più
ritratte, la Ninfa Egeria dell’arte. L’ingresso di Misia nel mondo
dell'arte avvenne grazie al suo matrimonio con il fondatore
della rivista d'avanguardia, Revue Blanche, Thadèe Natanson. L'incontro tra Misia e Coco avvenne
intorno al 1917 durante una serata organizzata da Cècile Sorel, un'attrice abbastanza nota a quei tempi. Nel momento in
cui la festa si concluse, Chanel mise il suo cappotto e Misia ne rimase talmente
colpita che la stilista non potè fare a meno di togliersi il capo per farne dono a Misia; ciò segnò l’inizio di
una lunga amicizia grazie alla quale Chanel fu introdotta nel mondo parigino
degli artisti e intellettuali del calibro di Pablo Picasso, Jean Cocteau e Igor Stravinsky: un legame di anime simili si disse entrambe educate in convento. Misia fu colei che rimase accanto a Gabrielle Chanel nel momento in cui quest'ultima perse il suo amante Arthur Capel in un incidente stradale. .
“Misia”
la nuova fragranza di Polge figlio, per Les Esclusifs di Chanel, ritrae come in un quadro di Monet non solo lo spirito bohémien del XX secolo,
ma La Musa che ha ispirato i grandi artisti
dell’Impressionismo francese. La creazione olfattiva nell’envol-lift iniziale si apre con una
delicatissima pioggia di aldeidi tipica dei profumi Chanel così frizzanti come bollicine di
champagne, cui fa da sfondo l’orris-root
come siamo abituati a sentirlo in Iris Silver Mist di Serge Lutens, ovvero
nebbioso e decadente nella terra umida, permeando di se l’intera fragranza e spegnendo quella stucchevole dolcezza che è
preminente nei profumi di questo tipo, perché le note di cuore di violetta,
iris, radice di giaggiolo, rosa turca e rosa di Grasse si amalgamano tra loro
in modo tale quasi a simulare le pennellate
del famoso dipinto di Claude Monet "Le Ninfee" perdendo quella polverosità propria dell'iris, ovvero quelle note talcate da poco prezzo per riprodurre il profumo del
trucco di alta qualità di cui immaginiamo fossero intrise le borse in tessuto di Misia: il
benzoino di Laos e il sandalo conferiscono alla nuova creazione olfattiva una cremosità incredibile, permettendo alle note di rosa e violetta di fondersi tra loro insieme ad un lievissimo tocco di cuoio, regalando inoltre una grande persistenza.
La cosa che più ha destato meraviglia in me è stato il perfetto equilibrio tra le note che compongono la fragranza sulla scia di
altre simili, ma che presentano sempre qualcosa di stonato come una stridente
violetta in Lipstick Rose di Ralf Schwieger per EDPFM che esce fuori dal coro, o un patchouli troppo presente come nel Moulin Rouge di HDP. “Misia”è la
fragranza della donna moderna, indipendente, ma allo stesso tempo ancora legata
al passato per la sua grande femminilità, classe ed eleganza innata e discreta: una donna che non uscirebbe mai senza
una pallida ombra di rossetto e di cipria. Il pack-aging del formato 75 ml è di grandissima linearità ed
eleganza in perfetto stile Chanel, il colore del profumo in parte svela la sua natura: un rosa cipria delicato, trasparente che ricorda il più nobile tessuto di chiffon in seta di cui si immagina fossero fatti i vestiti che la "Regina di Parigi" era solita indossare, circondata da tutti quegli artisti alcuni dei quali si narra, caddero letteralmente ai suoi piedi.
Complimenti Claudia, hai colto il cuore e l'essenza di questa bellissima fragranza ��
RispondiEliminaElena