Personalmente nonostante mi senta obbligata, data la
particolarità della materia, ad aprire una parentesi sulle “piramidi
olfattive”, è opinione diffusa che al giorno d’oggi l’argomento non rivesta più
tutta quella importanza che possedeva in un’epoca lontana ove il profumo doveva
obbedire a determinati criteri estetici che potremmo definire classici, e che
si basavano sulla visualizzazione teorica del grado di evaporazione dei
componenti e sulla loro persistenza. Per convenzione la piramide olfattiva è
costituita da 3 livelli che come già
detto permettono di illustrare lo
sviluppo temporale della fragranza ovvero le note olfattive che si dispongono secondo la loro tenacia , anche se in tali sezioni potrebbero essere presenti poche o molte essenze
collegate tra loro attraverso legami molecolari.
Un forte sentore alcolico caratterizza la Testa della
fragranza e le note olfattive presenti sono estremamente evanescenti (durano
pochi minuti) per lo più consistenti in aromi"freschi",
"assertivi" o "taglienti" ma volatili, come gli agrumi, le
note verdi, acquatiche e marine; con l’attenuarsi dell’odore dell’alcool, compariranno
le note predominanti , più potenti e realmente caratterizzanti la famiglia olfattiva di appartenenza della
fragranza, ovvero il Cuore che è l’Anima vera e propria, il corpo centrale della composizione olfattiva: per due o tre ore
si intrecceranno gli odori dei fiori, della frutta, spezie, bacche, espressione
della ricchezza di un profumo e della sua “scia”o “sillage”. Le note di fondo
non verranno avvertite da chi indossa la fragranza se non quando staranno per
sparire le note di cuore del profumo prima di un periodo di mezzora, ma sono
quelle che resistono più a lungo di tutte, anche per ventiquattro ore dopo
l'applicazione. Le essenze presenti nel Fondo sono più persistenti ed intense;
in genere si tratta di essenze come ambra, muschio benzoino, opoponax,
labdanum, patchouli, sandalo e note animaliche,
al giorno d’oggi rese con molecole di sintesi a tutela di alcune specie
animali, addirittura estinte in nome dei profumi.
A questo punto occorre aprire una
parentesi, nel senso che l’immagine della piramide olfattiva appare ai giorni
nostri giustamente obsoleta, poiché accanto ai profumi soliflore, che lasciano
il compito di raccontare un profumo con pochissime essenze in grado di
descrivere una intera famiglia olfattiva, negli ultimi tempi sono nati nuovi
modi nella tecnica di visualizzare l’evaporazione di un profumo, con
l’introduzione di termini, a prisma, spirale e a stella., geometrie che si prestano maggiormente nel descrivere
le nuove composizioni olfattive.
Alcuni nasi sono dell’avviso che
l’argomento Piramidi Olfattive sia piuttosto una operazione di marketing per
far presa sul consumatore, che altro strumento di conoscenza del profumo non ha
se non questi schemi stereotipati, i quali tra l’altro riportano soltanto
qualche nota indicatrice della famiglia olfattiva e niente di più, mentre in
realtà si tratterebbe di un fenomeno tale, che riguarderebbe esclusivamente la
profumeria commerciale, inducendo il consumatore ad immaginare paradisi terrestri
perduti, popolati da gelsomini inebrianti, orchidee prati verdi, frutta carnosa
e zuccherina…….per indurlo all’acquisto, altresì spinto da una campagna
pubblicitaria che conferisce l’ulteriore nota glamour alla fragranza, perché confezionata
ad arte da abili e famosi registi complice la partecipazione di bellissime
attrici di successo.
Si dice che Dominique Ropion nel creare
Portrait of Lady (che io adoro) abbia impiegato dieci anni di studi, uscendo dagli
schemi che solitamente governano la profumeria classica utilizzando criteri
completamente diversi , ed il cui estro è paragonabile a quello di un grande
compositore di musica! Come racconta lo
stesso Frederic Malle ,partendo dall’accordo di base di Geranium Pour Monsieur
(altro profumo della linea di Malle firmato da Ropion ), è stata utilizzata una tecnica particolare:
ovvero la distillazione del patchouli che è stata frazionata al fine di sfruttarne il solo cuore, liberando
il patch da quelle note muffose e terrose che lo connotano ed elevando la parte
calda legnosa e sensuale del patchouli aumentandone
la resa ancor di più attraverso l’utilizzo dell’Ambroxan.
Ho accennato brevemente al genio
creativo di Dominique Ropion, ma potremmo dissertare a lungo sulla grande maestrìa
ed originalità che connota altri “compositori olfattivi,”un esempio per tutti: Andy Tauer, un autodidatta che lavora come un vero e proprio
artigiano, con una specializzazione in chimica, seguendo di persona tutto il
processo produttivo fino all’imbottigliamento, utilizzando materie prime di altissima qualità
e molecole di sintesi di ultimissima
generazione, uscendo al di fuori di ogni schema stereotipato.
Pertanto concludendo in questa sede il
discorso sulle piramidi olfattive è senza dubbio da ritenersi superato, anche
se molto probabilmente è ampiamente asservibile ai canoni mediatici della
profumeria commerciale.
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