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Non sempre si ha la capacità di recepire un grande
capolavoro nell’immediato: è trascorsa forse una decade dalla prima volta in
cui ebbi modo di sentire Miel De Bois, e la mia prima reazione fu quella di
depennarlo tanto rapidamente al punto di non conferirgli altra possibilità. A
distanza di molti anni mi è stata regalata una seconda opportunità e quella
stessa fragranza mi ha come stregata,
stordita e persino turbata per la sua bellezza vivida, oscura e inquietante.
Intenso, dolce, fumoso e allo stesso tempo acre e vischioso,
incanta e ammalia lasciando che
lentamente ci si inoltri in un labirinto parallelo e nascosto dal mondo reale, un rifugio ideale dagli orrori della quotidianità, ove l’immaginario fiabesco
diventa l’unica difesa possibile. La
magia evocativa dell’olfatto qui è talmente potente da trasformarsi in
autentica visione cinematografica e precisamente nel “Labirinto del Fauno”: un
film cult del 2006 di Guillelmo del Toro, che spazia tra incanto e orrore, dove
tutto è permeato da un’atmosfera cupa dai contorni apocalittici . La protagonista è Ofelia, reincarnazione
della Principessa Moanna, Sovrana del regno del sottosuolo che guidata dal
Fauno,dovrà affrontare e superare innumerevoli
e difficili prove prima di poter far ritorno a casa.
Miel de Bois possiede in sé tutti i tratti distintivi della
genialità Lutens-Sheldrake: oscuro, elaborato e audace da lasciare storditi,
confusi e inebriati: Il miele grezzo e non ancora trasformato trabocca pieno di
dolcezza dalla cera d’api e si riversa su
un altare di legni millenari, bruciati e affumicati. Ogni varietà di miele ha
diverse note olfattive, ma tutte ne hanno in comune uno: l'acido fenilacetico e Miel
de Bois ne è pregno! Non è altro che il lato animalico del miele che risulta
ben stemperato dalla presenza dei legni, incensi, biancospino e iris.
Un envol-lift iniziale
a dir poco spettacolare e ombroso che lascia il passo ad un meraviglioso profumo di bosco con accenti
di biancospino e iris. Il miele è ancora lì, ma non lascivo e crudo come
nell’apertura iniziale: si ripiega su se stesso mutando la propria dolcezza diventando
luminoso, leggero e quasi aereo, come in un ronzio ipnotico di ali iridescenti
in una raffinata architettura esagonale di cera, miele e luce.
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