sabato 11 marzo 2017

La Tuberosa del III millennio: la "Tuberosa Androgina" IIparte

Durante il simposio, prende la parola il commediografo Aristofane e dà la sua opinione sull’amore narrando un mito. Un tempo – egli dice – gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi vive in perenne ricerca della propria metà , trovando la quale torna all’antica perfezione. (DAL “SIMPOSIO” di PLATONE Aristofane e il mito dell'androgino)


Ho scomodato il Simposio di Platone proprio per cercare di capire come nell’ultimo decennio la tuberosa abbia subito, attraverso varie tecniche di lavorazione, una vera e propria metamorfosi  con la privazione del profilo morbido cremoso e narcotico proprio del fiore bianco per rinascere ruvida, speziata  amara, sino  all’abbandono definitivo di quei connotati che sottolineavano la sua appartenenza al genus femminile, e al contrario sia stata avvicinata ad altre materie prime propriamente maschili come il cuoio ed il vetiver, creando un vero e proprio “ibrido”
Già a partire dagli anni '20 si parlava dell’attrice Louise Brooks, fanciulla ribelle, e disinibita, come simbolo di una moda che ammiccava all'androginia, più vicino di quanto non si creda ad alcune tendenze "shock" di qualche decade dopo, come pure Marlene Diedrich negli anni '30, una delle primissime donne ad indossare i pantaloni fino ad arrivare al geniale e attraente David Bowie negli anni '70 e  a Tilda Swinton negli anni '90 come personaggi più rappresentativi dell’androginia.    

                                                                                            


       La tuberosa diva e protagonista assoluta di tante fragranze del passato viene spogliata di tutte quelle sovrastrutture che ne identificano l’appartenenza ad una identità di genere come quella femminile per  assumere connotazioni androgine con delle peculiarità che sfruttano i  suoi lati nascosti:

- nel 2010 Histoires de Parfums  con Tubereuse 3 Animale di Gérald Ghislain lancia sul mercato  una composizione olfattiva,  quasi una danza macabra dove la tuberosa viene sopraffatta da note resinose ed erbacee divenendo quasi irriconoscibile, aromatica e oscura a causa della presenza di tabacco biondo su di una base di prugne e miele, assolutamente non facile da indossare.

- Seduttiva, ovvero dotata del potere di sedurre, intrigante e oscura la composizione olfattiva di Anatole Lebreton del 2014, L'Eau Scandaleuse giocata sul binomio pelle-tuberosa: arcana, misteriosa e scandalosa ricorda Colei che per antonomasia è stata  una delle prime dive trasgressive della storia del cinema, la grande Marlene Dietrich! Dotata per natura di un mix esplosivo di ambiguità e sensualità. Nel film "Marocco",cantava con la sua voce roca e sensuale ove emergeva tutta l’ambiguità del personaggio e regalava per la prima volta al grande schermo, il primo bacio saffico della storia del cinema! Si è vociferato molto nella Hollywood degli anni ’30 sulla sua presunta bisessualità: realtà o finzione?




Immagine tratta da Fragrantica.it
- A stupire nello stesso anno è MAAI di Bogue di Antonio Gardoni, una fragranza al cardiopalma, un mistero che il tempo non è riuscito a svelare: appartiene ai chyprèe, nè verde né luminoso, nè tagliente come i vecchi  e classici chyprèe , qui domina un lato  oscuro  ove la tuberosa e le aldeidi sono assolutamente impercettibili, per lo meno ad un naso come il mio! Un rebus olfattivo,  le cui note verdi sono profondamente sporche, animaliche,  per la presenza  del castoreum, zibetto e muschio. La tuberosa, che a tratti emerge è talmente grezza e ruvida da scomparire come soffocata dall’umido terriccio di campagna da cui  viene letteralmente sepolta insieme a materie prime pungenti e affumicate attraverso legni impregnati di resine. Una tuberosa che ruggisce sotto volute di resine balsamiche e sottili striature d’ambra! Un vero capolavoro da possedere!!!!!!



Nacre Blanche (2014)
di Antonio Alessandria: fonte d’ispirazione di questa fragranza è il candore promanante dalla luna che con la sua luce madreperlacea riflessa in un grande specchio ubicato nell’angolo  nascosto della stanza, regala ai corpi degli amanti nuove sembianze!!! La pelle di lei illuminata dalle candele assume il colore irreale delle figure di cera e vede trasformarsi il suo volto rimirandosi nei mille frammenti dello specchio, convenendo infine che sarebbe stata  la più bella dell’universo poiché finalmente aveva potuto vedersi  con gli stessi occhi del suo amante(Liberamente tratto dalla Casa degli Spiriti di Isabel Allende)  Il cuore della fragranza è morbido e rivelatore della dualità castità-peccato attraverso tutte le sfumature di cui si veste la tuberosa grazie alle diverse sfaccettature dell’osmanto, ora verdi e volatili, ora fiorite e fruttate.  La sua evoluzione la rende davvero unica nel suo genere grazie alla presenza di una nota scamosciata che spoglia il fiore della sua sensualità insieme a leggere sfumature di sandalo, benzoino e muschio animale rivelando un profilo quasi intellettuale.





Baruti (2015) giovane parfumeur di origine greca con Voyance crea una tuberosa visionaria per veri intenditori che non si lasciano spaventare da forti contrasti: definita fumosa, ma al contempo luminosa e limpida da creare quasi un effetto paradosso è una creazione che si pone al di fuori di qualsiasi paradigma olfattivo, ponendo in essere un connubio tra tuberosa e vetiver insieme al sandalo e al legno di  guaiaco  immersi letteralmente in un fondo muschiato rigonfio di acqua. Una visione surreale e stratificata che cambia a seconda del proprio punto di osservazione.

Con Voyance la tuberosa si sveste anche del lato androgino, per diventare definitivamente maschile. 
.........continua
KIRSTY MITCHELL: scatti di creature eteree in un mondo onirico



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