domenica 1 giugno 2014

Esiste la differenza tra Profumeria di nicchia e Profumeria commerciale?

Sempre costituirà oggetto di acceso dibattito la differenza tra profumeria di nicchia o artistica e profumeria commerciale ma trovo questo disquisire assolutamente sterile poiché molti nasi della profumeria commerciale sono stati prestati alla nicchia e viceversa, e alcuni capolavori assoluti che hanno segnato un’epoca come Poison per la maison Dior di Edouard Flechier (1985) o Opium lanciato nel 1977 per Yves Saint Laurent da Jean Amic e da Jean-Louis Sieuzac, come potremmo addurli semplicemente alla profumeria commerciale, rimanendo essi stessi dei capisaldi in assoluto della Profumeria? Naturalmente il mio riferimento è alle creazioni olfattive originarie, prima che fossero introdotte tutte le limitazioni dell’IFRA e quindi nell’impossibilità assoluta di accedere a quelle materie prime utilizzate per questi due grandi capolavori insieme a molti altri. Senza vis polemica mi domando quanta nicchia ritroveremo in un prossimo futuro senza andare troppo lontano. Personalmente al di là della qualità delle materie prime e del packaging, la differenza è data da ciò che una fragranza può trasmettermi a livello emozionale e chiaramente da una serie di coefficienti oggettivi come il sillage e la persistenza, non solo, ma anche la storia, ovvero ciò che ha portato il perfumista a creare quella melodia olfattiva, quali siano stati i suoi motivi e cosa abbia voluto raccontare o narrare come il grande Meo Fusciuni che è in primo luogo un poeta ancor prima che un grande perfumista senza per questo nulla togliere ad altri Grandi. Potremo disquisire sino all’infinito, ma non ne verremo mai a capo, poiché ciò che per me è un poema olfattivo per altri potrà risultare assai sgradevole. Senza andare troppo lontano portiamo la mente alla Linea Grigia della Grande e Mai dimenticata Mona di Orio che porta la Sua firma in quelle note che comunemente chiamiamo “indoliche” insopportabili per alcuni e al contrario amate da altri. Sono del parere che opere olfattive come Carnation o Nuit Noire come pure Oiro rimarranno alla storia o nella storia perché hanno fatto la differenza, insieme alla Sua Persona che purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere: Ella stessa ha coniugato la profumeria classica francese al presente, attraverso quelle note sporche, ma così particolari e che a contatto della pelle di ognuno evolvono in maniera differente: penso che solo il tempo potrà dare una risposta a questo quesito, ovvero a ciò che fa la differenza tra profumeria di nicchia e profumeria commerciale.

2 commenti:

  1. Bella recensione...io mi chiedo quanto la profumeria commerciale è entrata nella nicchia e quanto la nicchia si è accostata al commerciale?...Discorso molto complesso e difficilmente sviscerabile con poche parole...sarebbe interessante sentire il parere di nasi e, soprattutto, distributori.

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  2. Marco, quella che mi poni come affermi tu stesso, è una domanda davvero molto complessa, ed io credo che all'inizio, agli albori della sua nascita, la nicchia era davvero tale, nel senso che si trattava di fragranze le cui caratteristiche erano l'originalità, e la qualità delle materie prime senza naturalmente affidarsi al marketing; adesso credo che sia tutto cambiato, tutto industrializzato, e molto spesso ho ritrovato in alcuni profumi di super nicchia gli stessi accordi olfattivi, di alcuni commerciali che hanno avuto abbastanza successo come il Gucci Rush pour femme. Per cui a mio parere, a fare la nicchia senza dubbio è l'originalità, per ciò che concerne la qualità, qui si rischia di cadere in un burrone, perchè tra la fine degli anni 70-80 primi anni 90, la qualità di alcuni profumi comunemente chiamati commerciali era eccelsa dovuta anche al fatto che non vi era il divieto di utilizzo di alcune materie prime specialmente quelle di origine animale ovvero quelle che fungevano anche da "fissativi" per prolungare il tempo di evaporazione della fragranza, e soprattutto poichè penso che l'estro che accompagnava alcuni Grandi"nasi" del passato sia ormai un requisito "introvabile". Poi la parete divisoria, tra nicchia e commerciale credo che in questi anni, a parte alcuni creatori in cui ritroviamo l'originalità e la qualità, si sia andata sgretolando sempre più! Il livello degli ultimi commerciali è davvero caduto in basso, tanto che gli ultimi usciti sono quasi uno identico all'altro, ma con un packging e una pubblicità differenti. Purtroppo anche nella nicchia ritengo stia succedendo la stessa cosa, soprattutto per la ripetitività di alcune creazioni che non regalano al consumatore più nessuna emozione, perchè i nomi delle fragranze sono diversi, ma il loro ius cambia poco ed inoltre molte case di nicchia sono entrate nella grande distribuzione e non c'è più nulla che le diversifichi rispetto alle commerciali. Naturalmente non si può fare di tutta l'erba un fascio, io ignoro totalmente certi giochi di mercato però so che ci sono anche piccoli artigiani che lavorano con molta poesia, ovvero che sono riusciti a scavare, una "nicchia nella nicchia"! Solo per citarne alcuni senza offendere nessuno, basti pensare alla Signora Vero Kern, a Meo Fusciuni che racconta e recita poesie nel creare le Sue fragranze, alla particolare originalità di O'Driù e anche al grande lavoro di Lorenzo Villoresi, nonchè a tutti quei grandi creatori che hanno prestato il loro estro per tutte le fragranze dell'ideatore della linea Frederic Malle, senza dimenticare il Grande Genio Serge Lutens, per cui questo è davvero un discorso complesso ed in questa sede senza l'ausilio di altre persone che vivono queste realtà e sono addentro la produzione, personalmente mi sono limitata a dare solo un parere e niente di più.

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