domenica 22 gennaio 2017

"Lye": Introduzione alla Ricerca del Tempo Perduto



 «…quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l’immenso edificio del ricordo…». Marcel Proust ci inebria così ne “Alla ricerca del tempo perduto” affermando che i ricordi vengano innescati dalle ghiandole olfattive:  svolgendo attraverso amigdala e ippocampo un ruolo basilare nei processi della memoria.

Lye,  l’Origine, la prima opera che introduce il percorso olfattivo della Ricerca del Tempo Perduto di Gabriella Chieffo del 2014,  è lo strumento primario che mi permette di spalancare la grande finestra per intraprendere un viaggio nel tempo e riportare alla mente quei ricordi soavi ed indelebili di quando bambina mi apprestavo ad andare a scuola con il grembiulino bianco ed  immacolato che recava con sé  il profumo del sole e  del cielo sotto il quale si era asciugato! Quell’odore talcato e  fragrante di biancheria pulita e di panni divenuti quasi croccanti (per via dell’amido) stesi ad asciugare lungo i fili dell’immenso terrazzo  che circondava l’intera casa: in lontananza il mare trasparente e cristallino di Livorno! Il lungo viaggio in macchina con mio padre che ogni giorno mi accompagnava a scuola mentre io mi perdevo in quei disegni fantastici che formavano le immense nuvole in un cielo di un azzurro accecante, come ciuffi di panna montata che prendevano forme  sempre diverse, in una totale confusione di chi si pone sempre mille domande senza avere  nessuna risposta.

 Nella fragranza della Maison Chieffo dopo una partenza frizzante e agrumata di bergamotto calabrese e limone di Sorrento si fa strada distintamente un incenso caldo e speziato, ove protagonista indiscussa si rivela una nota particolarmente asciutta di iris infuso nel cuoio che mi riporta alla mente l’odore delle matite e dei pastelli colorati con cui amavo tanto disegnare e colorare e  che in ultimo si adagia su di un fondo di delicatissimo patchouli e opoponax . La campanella che annuncia la fine dell’orario scolastico finalmente suona dirompente e piena di gioia mi reco all’ingresso di quella che un tempo consideravo la mia prigione e così si chiude il sipario sulle origini, quelle “ombre che fanno rumore”, accompagnata solo dall’onda dell’eco di ricordi ormai sbiaditi.



giovedì 19 gennaio 2017

"Taersìa": rinata dalle profondità del mare.......

Indubbiamente affascinata da Taersìa (tempesta in Salentino) l’ultima fragranza di Gabriella Chieffo presentata al Pitti 2016.  Solo apparentemente delicata, si apre con note agrumate di bergamotto con una sfumatura di zenzero, per poi esplodere fragorosamente  con una tuberosa verde, amena e inusitata smorzata da nuances di caffè, incenso  e mirra che le conferiscono una veste insolita, seriosa ma al tempo stesso passionale, cui si accompagna  una base di note legnose su cui si adagia la delicata ambra: quest’opera olfattiva è fortemente emblematica di una donna che reca con sé il sigillo del coraggio, di colei che ha smesso di amare e di illudersi che un giorno tornerà a farlo.  La fragranza reca nella sua essenza tutti i segni della italianità, ovvero una tuberosa salina della macchia mediterranea,  che con il trascorrere delle ore scaldandosi a contatto della pelle acquista una forza inedita ed una proiezione inaspettata facendo correre la mia fantasia dall’altra parte del pianeta: ovvero in Nuova Zelanda e all’Oceano Pacifico che faranno da sfondo alla storia di una donna e di un amore nato come conseguenza di un contratto……..

Ada McGrath (una bravissima Holly Hunter), non parla dall'età di sei anni, dalla sua bocca esce solo il suo respiro, ma Ella nonostante sia rimasta vedova con una figlia di 6 anni, non è sola: a farle compagnia è la sua musica con cui compie lunghi viaggi e attraverso cui si esprime il suo animo delicato colmo di dolore poiché andrà in sposa ad un colono scozzese in una terra lontana come la Nuova Zelanda. Con l’immenso pianoforte di epoca vittoriana  Ada arriva insieme a sua figlia sulla nuova terra e viene sollevata a braccia attraverso le onde altissime che impediscono l’approdo sulla spiaggia. 
Intorno ad Ada solo l’Oceano Pacifico, i sentieri, la foresta ed in lontananza tutta l’oscurità delle montagne che circondano il paesaggio. Taersia  ordisce la trama dell’incredibile forza di una donna: Ada e la terra dalla lunga nuvola bianca o “Aoetaroa”  emblematica di tutta la sua solitudine dal resto dell’umanità.  
Sull’isola vive un misterioso uomo inglese che non appena conosce Ada subisce il suo fascino pur non venendone corrisposto, Baines è un uomo rozzo ma di cui la donna ha bisogno per trasportare il suo immenso piano nella capanna di lui, in una sorta di compromesso: per suonare e allo stesso tempo dare lezioni di piano a quell’uomo tanto primitivo e che sarà portata  a detestare allorquando viene indotta a stipulare un patto segreto a dir poco odioso: perché lei possa tornare in possesso del suo piano, Baines chiede il permesso di fare cose sulla sua persona mentre suona, in cambio Ada guadagnerà un tasto del pianoforte ad ogni visita, ma  Baines si rende conto che sta facendo della donna una prostituta sebbene desideri solo il suo amore e nel momento in cui la lascerà andare insieme al suo pianoforte paradossalmente questo evento segnerà la resa incondizionata di Ada che tornerà a cercarlo nella sua capanna vicino all’Oceano per abbandonarsi l’uno all’altra  in una tempesta d’amore senza curarsi di quelle che saranno le inevitabili conseguenze e ripercussioni. Una passione che scatenerà la gelosia devastante del marito che sentendosi doppiamente tradito in un momento di pura follia farà in modo che la donna non possa tornare più a suonare (tagliandole un dito)  e di conseguenza a manifestare tutta la sua struggente malinconia, anche se poi consapevole dell’amore che la lega a Baines, la lascerà andare così come era arrivata: riprendendo il  mare insieme alla figlia, a Baines, ed al suo amato pianoforte. Una decisione improvvisa balena nella testa di Ada: farla finita insieme al suo pianoforte e alla sua musica: l’istante sospeso in cui tutto può accadere, il fugace momento in cui la trama del destino si snoda davanti ai propri occhi in molteplici alternative e si sceglie, violentando la ragione, quella più incerta e pericolosa. In quell’attimo di  infinita quiete nelle profondità dell’Oceano, Ada compie la scelta più coraggiosa, riaffiorando dall’oblio profondo delle acque ricongiungendosi alla vita con suo il nuovo amore, pur recando su di sé i segni di tutto il proprio dolore. Ada non solo ricomincerà a suonare aiutata da un dito di metallo forgiato da Baines, ma la forza grande dell’amore la porterà anche a ritrovare la parola cominciando una nuova vita. Il pianoforte vittoriano, strumento  del disgelo del suo cuore rimarrà per sempre in fondo all’Oceano quasi a segnare una fine ed un nuovo inizio nella vita di questa donna che sceglie la rinascita! 





"Introduzione a Gabriella Chieffo": "Alla Ricerca del Tempo Perduto"



“Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l'essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato. Un istante affrancato dall'ordine del tempo ha ricreato in noi, perché lo si avverta, l'uomo affrancato dall'ordine del tempo.” (Marcel Proust)

Nel godere appieno di un profumo, è necessario avere la possibilità di  saper ascoltare l’animo e di conseguenza conoscere il background culturale del “naso” che ha creato la composizione olfattiva, altrimenti si corre il rischio di non comprendere nel vivo la fragranza cui ci approcciamo per la prima volta.

Oggi voglio parlare di Gabriella Chieffo, una personalità eclettica, selvaggia ed  irriducibile,alla ricerca continua e spasmodica  al fine di cristallizzare le proprie emozioni di vita attraverso un proprio complesso percorso di studi assolutamente eterogeneo, fatto di arte, design ed ingegneria, che ne forgiano l’interiorità e di conseguenza la sua inesauribile  volontà di fermare  i ricordi più lontani e semplici, tramite   quelle che potremmo ben definire: pure emozioni liquide, forgiate da materiali naturali e quasi ancestrali. Il suo percorso olfattivo nella profumeria artistica, è connotato   da un forte coinvolgimento emotivo, nella ricerca del tempo perduto, ma con l’impulso irrefrenabile di guardare sempre al futuro.  

Nel 2014 attraverso le prime quattro creazioni: Lye, Camaheu, Ragù e Hysteria prende vita un intricato percorso narrativo-olfattivo , alla ricerca del tempo perduto, intriso di quello che è il proprio vissuto e che meglio potremmo definire: le Origini.  

Nel 2015, la ricerca olfattiva-interiore,  si arricchisce attraverso l’elaborazione dell'Io profondo, nella riflessione di un forte coinvolgimento emozionale, ed è con Acquasala e Variazione di Ragù, che appone  quel “sigillo”che caratterizzerà tutto il suo percorso olfattivo.


Nel 2016 , la creatrice si fa sempre più introspettiva raggiungendo una profondità tale che la porterà attraverso Maisìa e Taersìa ad estrapolare un concetto estremo di femminino,  al di fuori di ogni parametro convenzionale. La Sua è una donna che non teme di portare sul proprio corpo e nella propria anima, i segni di una passione emotivamente distruttiva,e devastante nell’estremo sacrificio di cercare sé stessa e di non doversi celare agli altri, poiché ciò che rileva nel Suo estremo sacrificio d’amore è la propria affermazione e crescita interiore di fronte i riduttivi schemi della società, pagandone tutte le estreme conseguenze.