Riallacciandoci
alla storia del profumo attraverso i secoli, abbiamo sottolineato che il pregio dell’invenzione dei primi contenitori e boccette porta
profumo, spettasse quasi sicuramente agli Egiziani con l’Alabastron, piccolo
vaso di alabastro che conservava al fresco e al buio i preziosi oli profumati.
La forma caratteristica a goccia con larga imboccatura a colletto svasato, ebbe
una diffusione immensa e fu riprodotto dapprima in terracotta e poi in vetro con
stili diversi a seconda delle mode che di volta in volta presero piede nell’ambito
delle diverse civiltà mediterranee.
I Greci crearono dei vasi in terracotta o
ceramica con decorazioni che
raffiguravano animali, scene mitologiche o scene quotidiane. Famosi per
le stupende lavorazioni in vetro, a partire dal I secolo a.C, furono i Romani
(con gli unguentarium) che optarono per questo materiale per la sua leggerezza
e preziosità; addirittura già veniva
utilizzata la tecnica del soffiaggio con la quale crearono le prime ampolle di
vetro per conservare il profumo. I primi vetri erano di colore verde a
causa della presenza di impurità di ferro nella
sabbia utilizzata.
Tutte le civiltà più antiche,al fine di proteggere il prezioso contenuto,
fecero uso di materiali diversi come l’argilla più semplice da lavorare che
proteggeva il profumo dalla luce del sole ed il vetro leggero e delicato, anche
se entrambi si rompevano facilmente; al
contrario i metalli, non si rompevano e mantenevano i profumi freschi, ma erano
costosi e difficili da lavorare, pertanto la scelta del materiale del
contenitore dipendeva da quanto fosse preziosa la fragranza da preservare.
Durante [1]il
periodo bizantino (330 d.C ca – 1453 d.C), a causa della forte influenza della
cultura mediorientale, si fece strada un orientamento stilistico diverso rispetto
a quella dell’Impero Romano d’Occidente. I contenitori di profumo posti in essere durante tale
periodo
possedevano decorazioni mediorientali ed erano caratterizzati da anse e
maniglie.
Il mondo islamico, non solo si impadronì delle
tecniche più antiche, ma ne creò delle altre. Le decorazioni che ricorrevano
maggiormente erano quelle aventi i testi islamici e arabeschi su bottiglie di
vetro colorate con pigmenti di rame o argento che donavano una finitura
metallica al vetro.
Nel frattempo
stava sorgendo una delle più grandi industrie del vetro a Venezia che essendo
un importante ponte di comunicazione tra Oriente e Occidente, venne influenzata da molte culture nel corso degli
anni. Si può notare l’influenza Islamica nei contenitori di profumo, o nella produzione
di alcuni articoli propri dell’arte
islamica come le perle profumate o gli spruzzatori di acqua di rose. A partire
dal Medioevo
ma anche nel Rinascimento, il profumo
inizia ad essere applicato all’interno di altri oggetti,come i Pomander, (chiamati
in Germania “bisamapfel” e in Francia “pomme d’ambre”) che erano globi preziosi
filigranati contenenti essenze di vario
tipo, ma soprattutto di origine animale come ambra grigia, muschio, civet, utilizzate come gioielli sia allo scopo di
coprire i cattivi odori, sia con l’antica
credenza che avessero il potere di allontanare le malattie, ed anche nei rosari
in qualità di paternoster. I più elaborati erano globi apribili a
spicchi, ognuno dei quali aveva uno scomparto da riempire di polvere profumata.
A partire dal
XVII secolo, a causa delle pessime condizioni igieniche per la grande paura dell’acqua, l’utilizzo del
profumo diventa una necessità e non più un accessorio, allo scopo di coprire tutti gli sgradevoli odori. Tutto era profumato: dai guanti ai fazzoletti,
dalle cinture ai reggicalze, tutto per evitare di svenire a causa dei cattivi
odori propri o altrui.
La fiorente industria del profumo, si stabilì
definitivamente in Francia, seguita da quella della fabbricazione di
contenitori di profumo
Le bottiglie di profumo diventano veri e propri oggetti d’arte.
I primi contenitori di profumo, venivano realizzati in stile Rococò, in porcellana decorata con smalti che rappresentavano soggetti come fiori,
foglie e conchiglie .
Nel XVIII-XIX
secolo, tutti i contenitori di profumo
venivano realizzati in vetro, porcellana, cristallo; molto particolare era una bottiglia realizzata
con un tipo speciale di cristallo, di colore biancastro che ricordava
l’opale. I contenitori più grandi e a collo lungo, erano destinati al boudoir delle signore per contenere
acqua di colonia, un invenzione del XVIII secolo; quelli più piccoli si portavano in borsa o attaccati ad una catenella
come oggetto personale.
Nel XX secolo[2],
tutto o molto cambia poiché il profumo
viene pensato nell’insieme come prodotto completo fatto di fragranza, contenitore,
etichetta e la scatola che contiene il tutto. Alla fine dell’800 con la
comparsa dell’Art Nouveau che consisteva in uno stile molto ornamentale e
faceva grande uso dei motivi floreali stilizzati, i contenitori di profumo
cambiarono completamente, attraverso l’utilizzo del cristallo, spesso decorato
con lettere d’oro, mentre i tappi erano in ottone.
Al 1907 risale la
creazione dei primi atomizzatori, ed è a partire da questo momento che finalmente le
donne possono aspergersi del loro profumo preferito contenuto in eleganti
bottiglie con atomizzatori a bulbo.
In questo
periodo tutti i pezzi più significativi si ispirano ai decori dell’Art Nouveau , come il
“Bouquet
Nouveau”, profumo di Roger & Gallet, contenuto in una bottiglia
squadrata, di vetro verde rivestito in ottone dorato; il “Royal
Vaissier” con una etichetta realizzata con fiordaliso Baccarat; il “Narcisse Noir” di Caron, lanciata
nel 1911 in una piccola bottiglia sormontata da un tappo a forma di narciso
nero, la particolarità di questa fragranza risiede nel fatto che comparendo tra le mani di Gloria Swanson nel suo famoso
film “Sunset Boulevard”
Agli inizi del 900 uno dei più importanti creatori
di bottiglie di profumo di tutti i tempi fu René Lalique, ingaggiato
nel 1907 da Francois Coty per realizzare le bottiglie per i suoi profumi; tra
le sue creazioni più belle, ci sono: “Au Coeur des Calices”, “L’Entrainement”
e “Ambre
Antique”; egli disegnò anche bottiglie per altri profumieri come
Houbigant, D’Orsay, Forvil, & Arys e Molinard.
Lo stilista e artista Paul Poiret, paragonabile nel mondo della moda ad un Picasso o ad un S.Dalì, ruppe definitivamente tutti gli schemi del passato, liberando la donna dal corpetto e ispirandosi ai Balletti Russi di Diaghilev ed ai costumi di Lèon Baskt sposa definitivamente lo stile orientale e fu il primo couturier a lanciare i profumi di Rosine (credo dal nome della figlia), non solo, ma fu il primo a vestire letteralmente un profumo con il suo stile come in "Nuit de Chine": un flacone in vetro che richiama una tabacchiera per oppio cinese sormontato da un tappo sempre in vetro e con degli anelli laterali in bachelite, materiale creato nel 1909.
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Gli anni 20 furono caratterizzati dalla voglia di emancipazione e di modernità
e cosi l’Art Nouveau fu sostituita da
quella dell’Art Decò, molto più cosmopolita, in linea con le tendenze
artistiche del momento; attraverso quella semplicità elegante e raffinata che contraddistinse questo periodo.
Uno dei più
importanti profumi della storia sorge proprio in questo momento, si tratta di Chanel No. 5 di Coco Chanel, conosciuta per i suoi abiti delle linee semplici
ed essenziali inspirate all’abbigliamento maschile, sceglie per il suo primo
profumo un tipo di bottiglia talmente essenziale da mettere in risalto il suo
prezioso contenuto; la prima bottiglia, prodotta nel 1919 per una clientela
molto ristretta, aveva gli angoli tondi e delicati, ma quando fu lanciato per
una più ampia distribuzione nel 1924, fu necessario renderla più forte, robusta
e squadrata; e da quel momento la bottiglia non ha subito altre modificazioni
a differenza del tappo che ha cambiato non solo forma ma anche materiale lungo
tutto il suo percorso.
Altri profumi degli anni 20, che seguono questa stessa linea sono: “Le Sien” di
Jean Patou, del 1928, e “Liu” di Guerlain, del 1929, tutti contenuti in
bottiglie molto semplici che possono essere squadrate, ovali o rettangolari,
spesso fatte di vetro o cristallo e decorate con motivi geometrici. Uno dei nomi più importanti nella realizzazione delle
bottiglie di profumo è quello della Cristalleria Baccarat[3],
stabilitasi in Francia nel 1764 sotto Luigi XV, dal 1860 ha creato i flaconi
per case profumiere come Houbigant, Ed Pinaud, Guerlain, Versace e
Dior. . I primi flaconi erano dei modelli eleganti ma classici, con
raffinate decorazioni, in genere limitate al tappo, spesso sfaccettate, e con
la base tagliata a forma di stella. Solo le etichette apposte consentivano di
distinguere un flacone dall’altro.
La quantità di
flaconi prodotti dalla Cristalleria è aumentata con il passare del tempo
passando da 150 flaconi al giorno nel 1897 a 4.000 nel 1907. Negli anni ’20,
l’industria del profumo ha sperimentato una seconda ondata di sviluppo. I nomi
delle fragranze e i loro flaconi trovarono ispirazione nel viaggio (Kismet,
Ming Toy, Ta Wao, ecc.), nelle donne (Pour être aimée, Femme du jour) e persino
nel mondo notturno (Nuit de Noel). I profumieri Caron, Houbigant e Gabilla e
alcuni grandi stilisti come Jeanne Lanvin e Jean Patou hanno collaborato con la
Cristalleria per creare i loro flaconi.In poco tempo, le forme colorate e alla
moda diventano un must e dettano il trend da seguire. La produzione di Baccarat
si arricchisce anno dopo anno. Alcuni flaconi sono leggendari come il famoso Le
Roy Soleil,
disegnato da Salvador Dalí per Elsa Schiaparelli nel 1945 e quelli
realizzati per Christian Dior (Miss Dior nel 1949, Diorling nel 1957,
Diorissimo nel 1955, e J'Adore nel 2001).
Le linee prodotte
negli anni ’80 erano ispirate al disegno industriale e all'architettura. Tra
queste si ricordano: Calandre di Paco Rabanne (1980), Beverly Hills di Bijan
(1980) e V'e Versace di Gianni Versace (1989). Tra il 1997 e il 1999, Baccarat
lancia Les Contes d'Ailleurs (“Racconti da luoghi lontani”), una trilogia di
flaconi disegnati da Federico Restrepo e contenenti un profumo appositamente
creato per Baccarat.
Nel 2006, la
Cristalleria, insieme al Palazzo di Versailles, crea, in edizione speciale, il
flacone di "Sillage de la Reine", il profumo della regina Maria Antonietta,
ricreato dal talentuoso “naso” Francis Kurkdjian.
Gli anni trenta
portarono a un lento ma costante recupero, i film prodotti a Hollywood erano
visti in tutto il mondo dettando regole in fatto di moda. Alcuni
esempi dei profumi dell’epoca sono: “Je Reviens” di Worth, il cui contenitore
fu realizzato da Lalique nel 1932, chi s’inspirò ai grattacieli di New York, e
“Normandie” di Jean Patou del 1935, una curiosa riproduzione della famosa nave
Normandia con al centro il flacone di profumo. Una delle bottiglie di profumo
più curiose dell’epoca è quella che Leonor Fini realizzò per “Shoking” di Elsa
Schiaparelli, si tratta di una bottiglia a forma di dorso femminile, la
leggenda vuole che sia stata creata seguendo la forma del corpo di Mae West e
il quadro la donna con la testa di fiori di Dalí, questo contenitore sarà negli
anni 90 l’inspirazione per il profumo omonimo di Jean Paul Gaultier.
Nuovamente il
mercato del profumo vede un grave declino con la seconda guerra mondiale, per
la mancanza di materiali, i profumi prodotti in questi anni hanno una qualità nettamente inferiore.
Dopo la guerra, l’industria profumiera riparte più viva che mai con l’emergere di tanti nuovi profumi, caratterizzati però da bottiglie molto simili se non uguali, distinte soltanto nella decorazione. Ormai l’industrializzazione aveva investito anche il settore del profumo, la domanda sempre crescente portò ai produttori di bottiglie di profumo a creare degli stampi per i diversi marchi, per ciò non è strano trovare due profumi, prodotti da due case diverse, in un contenitore identico ma personalizzato da ogni marchio, un esempio è il “Soir de Fête” di Germaine Lecomte, la cui bottiglia, abbastanza comune è stata ressa unica dagli ornamenti e dalla scatola elegantemente decorata.
Dopo la guerra, l’industria profumiera riparte più viva che mai con l’emergere di tanti nuovi profumi, caratterizzati però da bottiglie molto simili se non uguali, distinte soltanto nella decorazione. Ormai l’industrializzazione aveva investito anche il settore del profumo, la domanda sempre crescente portò ai produttori di bottiglie di profumo a creare degli stampi per i diversi marchi, per ciò non è strano trovare due profumi, prodotti da due case diverse, in un contenitore identico ma personalizzato da ogni marchio, un esempio è il “Soir de Fête” di Germaine Lecomte, la cui bottiglia, abbastanza comune è stata ressa unica dagli ornamenti e dalla scatola elegantemente decorata.
l “New Look”
lanciato nel 47 da Christian Dior prevedeva un look completo e dopo solo nove
mesi del lancio della sua prima collezione, arrivò anche il profumo: “Miss
Dior”, con una presentazione semplice ma molto elegante in una bottiglia di
cristallo realizzato da Baccarat; l’anno seguente è Nina Ricci a lanciare
“L’Air du Temps” contenuto in un flacone a raggiera con un tappo a forma di
colomba che simboleggiava la pace finalmente raggiunta dopo la guerra.
Negli anni 50, i profumi tornano a essere romantici, ne sono esempio il “Monsieur Marquay” di Marquay disegnato da Salvador Dali, dove la bottiglia raffigura un uomo elegante con capello alto e farfallino, mentre Christian Dior introduce la sua seconda fragranza, “Diorissimo” nel 1956, sempre realizzata da Baccarat, la bottiglia è a forma di anfora e il tappo ha un bouquet di fiori, il tutto realizzato su disegno di Chrystiane Charles. Negli anni 60, sorgono due tra i più grandi realizzatori di bottiglie di profumo:
il primo è Pierre
Dinand chi inizia a disegnare quasi per caso flaconi e scatole di
profumo, partendo da quella di Madame Rochas di Rochas,
con tanto successo da
dedicarsi da lì in poi esclusivamente a realizzare il packaging per alcuni
delle più grandi Maison quali Ysatis di Givenchy, Ivoire di Balmain,
Eternity e Obsession di Calvin Klein, Eau Sauvage di Christian Dior e Opium di
Yves Saint Laurent;
il secondo Serge Mansau, le sue
bottiglie di profumo sono come delle sculture, alcuni esempi sono Dolce vita e
Diorella per Dior, Flowers by Kenzo, Oscar di Oscar de la Renta e Tocade di
Rochas. Tra gli anni 70 e i primi anni 90, diverse aziende
gioielliere entrano nel business del profumo, lanciando le loro prime
fragranze: nel 1976 Van Cleef & Arpels creano First, nel 1981 e la volta di
Les Must di Cartier, nel 1987 viene lanciata Tiffany by Tiffany, Boucheron di
Boucheron nel 1988 e nel 1992 Bulgari crea Eau Parfumée au Thé Vert. Gli anni 70 vedono la reintroduzione del metallo nelle
bottiglie di profumo e che le rende conformi alle mode di quel periodo, alcuni
esempi sono: di Fabergè Babe, lanciato nel 1977 e 1000 di Jean Patou del 1972.
Gli anni '80 portano una rivoluzione nel mondo delle bottiglie di profumo, l’atomizzatore incorporato nel contenitore, questo, insieme al maggior impiego della plastica nella realizzazione delle bottiglie. Per quanto riguarda il disegno, le bottiglie sono più pesanti con forme geometriche, tappi metallici e altre decorazioni appariscenti come il profumo“Poison”
Negli anni '90,
le tecniche avanzate di realizzazione dei contenitori di profumo permisero
delle bottiglie sempre più economiche fino ad arrivare alla creazione dell’usa
e getta, conquistando cosi un pubblico sempre più vasto. In questo
decennio, imperò il minimalismo, i contenitori di profumo sempre più semplici e
senza decorazioni come il CK one di Calvin Klein del 1994, Dior Dune del 1991.
Le bottiglie di
profumo hanno accompagnato, custodito e rese ancora più preziose le fragranze
al loro interno, e a partire del XX secolo, hanno cominciato ad essere un
tutt’uno con esse, soprattutto in un periodo dove la concorrenza era altissima
e dove una confezione più accattivante poteva far la differenza. Esse
hanno seguito le correnti artistiche, le mode, conquistando la società dei
consumi.
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