Per meglio
definire le caratteristiche di ogni profumo sarà meglio fare una rapida
carrellata di alcune delle principali sottofamiglie olfattive.
Aldeidata: questo
termine in profumeria si limita principalmente ad un gruppo di [1]aldeidi
molto semplici, dette alifatiche, sostanzialmente descrivibili come dei piccoli
serpentelli la cui testa è fatta di un atomo di ossigeno e la coda composta da
una catena relativamente corta di atomi di carbonio, da 6 a 18. Sono
piccole molecole molto flessibili, con nessuna rigidità strutturale e molto
delicate perché soggette a ossidarsi anche solo a contatto con l’aria, Le aldeidi alifatiche sono state utilizzate agli inizi del ‘900 in
profumeria poiché hanno la
caratteristica di rendere più leggiadre,
cristalline e trasparenti, essenze di gelsomino, rosa, iris o mughetto,
agendo anche da fissativi rendendo più persistenti i profumi, in particolare
quelli floreali. Guy Robert, nel suo libro, Les Sense du Parfum [2] descrive che se il numero di atomi di carbonio
è pari, le aldeidi avranno la caratteristica di note fruttate mentre prevarranno le note floreali nelle aldeidi con
atomi di carbonio dispari. Queste aldeidi sono presenti in natura ad esempio nelle essenze e
nelle scorze degli agrumi, nelle essenze di rosa, di pino, di citronella e
nella scorza della cannella ma, a
causa della loro labilità raramente vengono ottenute dalle materie prime
naturali che le contengono e vengono prodotte, grazie all’enzima
deidrogenasi, per ossidazione dei corrispondenti alcoli. Le aldeidi ed in
particolare le C10, C11 e C12, sono
state portate alla notorietà con il leggendario Chanel n° 5 realizzato da Ernst
Beaux nel 1921 per Coco Chanel.
Marina/Ozonata: evoca l’accordo
marino che esprime sensazioni di acqua, sale, jodio e ossigeno grazie a
molecole costruite, utilizzando del
methylbenzodioxepinone, Calone 1951 [3]
(scoperto da Pfizer nel 1966).
Verde: un accordo naturale e poetico
ove a predominare è la freschezza della linfa vegetale, di steli, foglie ed
erba appena tagliata.
Speziata la moda
dei profumi speziati è esplosa negli anni 70 e non si è mai arrestata, con le
note provenienti dall’Oriente, come cannella, pepe nero, chiodi di garofano,
zenzero, cardamomo, pepe rosa e molte altre.
Legnosa le note
legnose fungono spesso fa fissativi pertanto sono presenti in molti profumi, se
non quasi tutti. Le più comuni sono:
sandalo, cedro guaiaco, bois de rose. Le nuove interpretazioni sono per lo più sintetiche,
a volte meno secche di quelli naturali come il cedro o il patchouli. I legni
bianchi sanno di linfa , l’abete ed il pino sono più resinosi, i legni scuri
come il mogano risultano essere profondi e intensi.
Ambrata quando si
parla di sfumatura ambrata non parliamo dell’ambra gialla, resina fossile di
origine vegetale, bensì dell’ambra grigia (una secrezione del capodoglio).
[4]E' una
secrezione patologica prodotta come una reazione all'irritazione gastrica prodotta
dai becchi dei calamari giganti e da taluni crostacei. La sostanza viene prodotta
per difendere le mucose intestinali dai resti indigesti dei molluschi cefalopodi
di cui i capodogli si cibano, indurendosi intorno ad essi ed inglobandoli.
Lasciata
seccare al sole si ammorbidisce ed acquista un ottimo profumo ed ha la proprietà di fissare gli odori.
Appena
espulsa (rigurgitata), ha un colore nerastro, una consistenza soffice, cerosa e
un odore nauseante. Attraverso un processo di ossidazione derivato dall'azione
simultanea dell'acqua del mare, dell'atmosfera e della luce solare, l’ambra
acquisisce un colore più chiaro che le conferisce una tonalità grigio argento
che tende a diventare gialla oro e infine pressoché bianca E' infiammabile e solubile
in etere, mentre allo stato volatile diventa solubile in olio. Analogamente il suo
odore inizialmente grossolano, penetrante, terroso e animalesco, gli conferisce
delle proprietà che lo rendono perfettamente idoneo ad essere utilizzato come fissativo
per i profumi rari, vista la caratteristica di prolungarne la loro fragranza
oltre i tempi usuali, e dal momento che è il più lento tra tutti i materiali
usati in profumeria ad evaporarsi. Il responsabile della produzione di questa
particolare fragranza è un batterio che vive nell'intestino del Capodoglio che
si chiama "Spirillum recti physeteris”. L’esito olfattivo è tra i più
intriganti e complessi: un connubio di sentori animali, legni preziosi e
tabacco biondo.
Cipriata quando si
parla di questa sfumatura il riferimento è all’impressione talcata e polverosa della cipria ottenuta da
fiori poudrè, come iris e violetta, ma anche ricorrendo a molecole sintetiche.
Salata: l’accordo
salato è di recente introduzione e sopraggiunge a donare un tono inaspettato di
iodio, legato al palato e all’olfatto, a tal proposito la nota (ricostruita) di
caviale salata, umida e misteriosa è presente in Womanity di Thierry Mugler.
Cuoio: ne abbiamo
già parlato nella “famiglie olfattive”
Gourmand: sentori
golosi, ricostruiti in laboratorio rubati al mondo di alcune prelibatezze, come
caffè, cacao, caramello, praline, whisky, brioches appena sfornate che
ricordano sensazioni legate all’infanzia come Serge Lutens con Jeux de Peau.
Muschiato: questa
sfaccettatura non fa riferimento ai muschi vegetali come il muschio di quercia,
un tipo di lichene molto comune che ha un sentore che ricorda il bosco, terroso
e muschiato con una sfumatura
che ricorda il cuoio, bensì si fa riferimento all’utilizzo di note “animali”
adesso ricostruite sinteticamente in laboratorio, in origine provenienti da un
piccolo cervo del Cashmir dotato al di
sotto della pancia di due ghiandole pelose che producevano piccole palline di
una sostanza nera molto odorosa; il muschio.
[5]A
produrre il muschio era solo il cervo maschio, che andava diffondendo grani profumati
sul suo territorio al fine di segnarlo affinchè gli altri maschi non si avvicinassero.
Tanti anni fa, quando Marco Polo viaggiò in Cashmir, il muschio era raccolto
una volta l’anno,
sul suolo dei boschi, dagli uomini del Re del Kashmir ed era
vietato disturbare i cervi. Dopo
la morte del Re, il destino ha voluto che gli avidi cacciatori
per procacciarsi il muschio
uccidevano questi esseri così belli preziosi, e
indifesi con il terribile risultato di
determinarne
quasi del tutto l’estinzione.
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